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La Scuola Superiore Sant’Anna diventa membro all’International Astronautical Federation, rappresentata da Tommaso Andreussi, docente coordinatore della nuova Area di Ricerca in Space Technologies dell’Istituto di Intelligenza Meccanica

Fondata nel 1951 la Federazione Astronautica Internazionale (IAF) è il principale organismo di difesa dello spazio al mondo, con 513 membri provenienti da 78 Paesi e costituisce una delle più grandi reti mondiali di esperti e decisori spaziali

Data pubblicazione: 11.10.2024
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La Scuola Superiore Sant’Anna, tramite l’Istituto di Intelligenza Meccanica, è stata raccomandata per l’adesione all’Associazione IAF (International Astronautical Federation), il principale organismo di difesa dello spazio al mondo, con 513 membri provenienti da 78 Paesi, tra cui tutte le principali agenzie spaziali, aziende, istituti di ricerca, università, società, associazioni, istituti e musei di tutto il mondo. L’adesione verrà approvata formalmente entro la fine del 2024, ma già dalla 75° edizione dell’InternationalAstronautical Congress (IAC) della IAF, a Milano venerdì 11 ottobre, la Scuola Superiore Sant'Anna sarà considerata membro ufficiale della Federazione.

La Federazione Astronautica Internazionale (IAF) è stata fondata nel 1951, quando gli scienziati del settore della ricerca spaziale si sono riuniti nel tentativo di garantire un dialogo costante tra le nazioni. Nei primi anni, la Federazione e i suoi congressi astronautici internazionali annuali - meglio noti come IAC - sono stati uno dei pochi luoghi di incontro tra Oriente e Occidente durante la corsa allo spazio. 

La Scuola è orgogliosa di poter far parte di una delle più grandi reti mondiali di esperti spaziali e di partecipare a questo importante evento di Milano, incentrato su “Responsible Space for Sustainability”, con l’obiettivo di sensibilizzare la comunità internazionale su un uso più consapevole e responsabile dell’ambiente spaziale. Con la proliferazione del numero di missioni in orbita e l’emergere di grandi costellazioni composte da centinaia di satelliti, aumenta infatti il rischio di collisione tra oggetti nello spazio. Questo non solo crea nuovi pericolosi detriti spaziali, ma potrebbe compromettere il corretto funzionamento dei sistemi satellitari da cui dipendono numerose attività della nostra vita quotidiana: dai servizi di telecomunicazione, ai trasporti, dal monitoraggio ambientale alla sicurezza.

In questo ambito la partecipazione di Tommaso Andreussi, professore ordinario di ingegneria aerospaziale e navale, dell’Istituto di Intelligenza Meccanica, riveste un significato particolare, anche in relazione all’avvio del progetto di ricerca da lui coordinato BREATHE  (Building a space Revolution: Electric Air-breathing Technology for High-atmosphere Exploration) finanziato sui fondi ERC Consolidator Grant 2022, grazie al quale ha preso avvio presso l’Istituto la nuova Area di ricerca in Space Technologies. Questa si affianca alle diverse aree di ricerca della Scuola già attive in campo spazio, che coinvolgono ad esempio i sistemi fotonici, la robotica, la biologia e la medicina spaziale.

 

Foto copertina di Leonardo Cioni